Il blog dedicato al pouf
Simpatico, colorato, multiforme, il pouf a sacco è un articolo estremamente versatile: riempie un angolo della stanza, arreda una zona di passaggio, da un tocco moderno al salotto. Può essere usato come seduta, come poggiapiedi, o anche come tavolino di riserva.
Se è piccolo è un \”pouf a sacco\”, se è un po\’ più grande diventa \”poltrona\”, come quella di fantozziana (o Fraccha che dir si voglia) memoria.
Fu appunto resa celebre da Fracchia di Villaggio ed oggi viene talvolta ed erroneamente “derubriacata” ad arredamento vintage – ma comunque molto in voga negli ultimi tempi. Nata, se propio le si vuol dare una primogenitura italiana, nel ‘68, 2 anni oro sono ha compiuto i suoi primi 40 anni ma non sembra decisa a lasciare la scena confermandosi come oggetto di culto e d\’arredo fra i piu’ amati dagli italiani.
Fu \”Inventata\” per Zanotta da tre giovani architetti: Gatti, Paolini e Teodoro, Avevano un\’idea: una seduta del tutto nuova, un sacco fatto a spicchi di vinile, riempito parzialmente e con giudizio di palline (di polistirene). L’oggetto se lo sono portato appresso. Entra in produzione poco tempo dopo con alcuni perfezionamenti tecnici e garanzie di qualità e finitura. Il nome, Sacco, è lo stesso con cui oggi è venduto da Zanotta. Il pouf-poltorna a sacco è un oggetto docile e servizievole: ci si può stare seduti, sdraiati, rannicchiati o come più vi piace. Può servire a posarci varie cose, proprio come un tavolino; disteso è qualcosa di molto vicino ad un tappeto.
Ma non è affatto proibito inventarsi altri usi. I bambini invece non la usano: ci giocano (qualche volta anche gli adulti).
Il pouf a sacco è un vero è proprio oggetto “addomesticato”. Attenzione però! Ha uno svantaggio: se vi ci abituate, finirete per essere molto esigenti verso gli altri oggetti che usate.
(nella foto Club e Miniclub di Berloni)